Dal giardino reale al parco inglese

Il giardino reale.
L’assolutismo monarchico consolidatosi in Europa nel corso del XVII secolo finisce per coinvolgere non solo gli organismi sociali ed economici ma anche le maggiori espressioni culturali ed artistiche.  L’arte, che dipende da sovrano, diventa “ufficiale”:  legata al potere costituito e al contempo strumento di consenso, si fa latrice di un vero e proprio codice di comportamento, divenendo espressione della grandezza del sovrano e del suo potere. Anche il giardino diviene il simbolo del potere che si esprime nella radicale trasformazione dell’ambiente naturale. Ostentazione di magnificenza e spettacolarità, i giardini assumono un ruolo indispensabile nel palazzo del principe. La loro superficie si dilata sino a perdersi nella vastità del territorio solcato dai viali rettilinei che incrociandosi tra loro vanno a definire vaste trame geometriche. I parchi occupano valle intere dove il problema principale sembra quello “di catturare l’infinito”. Come per l'Italia nel Rinascimento, è il giardino del classicismo francese a dettare le nuove regole dei nuovi principi estetici che si diffonderanno ben presto nelle corti d'Europa. Mentre nel giardino italiano dominava il disegno architettonico, il giardino francese del Grand Siècle si trasforma in una vera e propria architettura verde le cui dimensioni vengono ampliate dall'impiego della prospettiva. Nei nuovi giardini si aprono grandiose vedute prospettiche da e verso il palazzo grazie all'utilizzo di ampi viali e prospettive in lontananza. Come in campo architettonico e urbanistico, così nell'ambito della composizione dei giardini la logica della simmetria si impone in relazione al concetto di centralità. Il centro, il fuoco prospettico, la convergenza degli assi divengono regola aurea del nuovo linguaggio ufficiale volto a raffigurare l'opera riorganizzatrice del sovrano. Viene sfruttata ogni caratteristica del paesaggio che possa offrire visuali scenografiche. Una simile apertura sul territorio implica una maggiore attenzione all'elemento naturale che assume nel giardino baracco un ruolo determinante: si riproducono artificialmente grotte, scogliere e rocce; le fontane assumono dimensioni più grandi, mentre grandi parterres d'acqua fungono da specchi giganteschi in grado di dilatare lo spazio. I giardini sono predisposti per ricevere un gran numero di ospiti, per i fuochi d'artificio, la musica e le rappresentazioni teatrali. Spesso il giardino baracco è stato considerato espressione di un totale dominio sulla natura. In realtà, secondo il pensiero filosofico del periodo, la regolarità del giardino rifletteva quella della natura stessa.







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