Nascita del giardino paesaggistico

Il dialogo tra natura e pittura è alla base della nascita del cosiddetto landscape gardening, o giardino paesaggistico, che ha come patria d'origine la democratica Inghilterra del XVIII secolo.
Il nuovo orientamento paesaggistico nasce inizialmente come movimento letterario, unito dal disprezzo nei confronti dell'artificiosità del giardino francese cui viene contrapposta la bellezza della natura. Una delle principali fonti d'ispirazione del giardino paesaggistico è proprio la pittura di paesaggio, in particolare quella del paesaggio romano raffigurata nel Seicento. Nelle collezioni inglesi sono piuttosto diffusi questo genere di dipinti della campagna romana con i suoi giochi di colori, luci e ombre, le dolci colline ricche di alberi e cespugli, attraversate da corsi d'acqua e disseminate di rovine, non importa se vere o immaginarie. Simili panorami diventano realtà nei giardini ideati da una nuova generazione di architetti che sin dagli inizi del Settecento abbandona i rigidi schemi del giardino alla francese. In Inghilterra il rifiuto dell'artificiosità francese finisce per assumere molteplici significati. Il concetto di base è quello della limitazione della libertà: la natura è un'affascinante commistione di irregolarità e disordine che non può essere predisposta e costretta a obbedire alle rigide leggi della geometria. I due tipi di giardino quindi rispecchiano rispettivamente il modello assolutista francese e il sistema liberale inglese. Secondo una simile visione l'uomo non cerca più di dominare la natura, ma piuttosto di ordinarla. Si viene quindi a creare tra giardino e natura un rapporto di continuità e non di cesura: l'intento di chi ne crea uno paesaggistico è quello di evitare tale divisione in modo che non si comprenda dove termina il giardino e inizia la campagna. L'unica differenza tra i due ambienti è che mentre la campagna è popolata da animali, nel giardino spuntano edifici classici che rievocano quei paesaggi dipinti della campagna romana tanto amati dai collezionisti inglesi. Alla definizione dei principi del giardino paesaggistico contribuisce anche l'influenza del giardino cinese. Uno dei più accesi sostenitori del confucianesimo in Inghilterra è Sir William Temple che già nel 1685 scrive un saggio in cui fornisce una dettagliata descrizione del giardino cinese, caratterizzato da un tipo di bellezza apparentemente più disordinata e naturale rispetto al modello geometrico europeo, e dove prevale una studiata asimmetria nel tracciato dei sentieri e nella disposizione degli alberi. A simile composizione disordinata viene attribuito il nome di sharawadgi. Con questo termine si indicano in seguito proprio i giardini che si rifanno al modello cinese e che quindi si sviluppano in sontuosi sentieri costellati da radure in cui viene collocato un padiglione o una statua, a segnalare una tappa della passeggiata.




Claude Lorrain, veduta di Delfi con processione, 1660-1675, Roma, Galleria Doria Pamphilj.



Thomas Robins, Padiglione cinese in un giardino inglese, 1750 circa, collezione privata.

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